venerdì 28 febbraio 2014

_00: L'information Technology come sfida e come crisi


Modernità e tempo.

Cos'è la modernità?
La prima cosa che verrebbe da fare pensando al concetto di modernità è associarla alla variabile temporale. Moderno è ciò che non è passato, ciò che viviamo oggi. Moderno è ciò che non è obsoleto, che non è superato, moderno è quanto riconosciuto come (ancora) utile per gli uomini ed agli uomini. Moderno è un lettore mp3 tascabile, in confronto ad un ingombrante giradischi o, senza andare troppo a ritroso nel tempo, in confronto ad una pila accatastata di CD. Moderno è un ebook rispetto ad un libro fatto di pagine, che possiamo sfogliare e di cui possiamo sentire l'odore.

..and the winner is..?
Ma moderna non è solo l'ultima versione dell'iPhone, è in generale tutto ciò che è accaduto dopo il 1492, quando la Scoperta dell'America sancì l'epoca che gli storici individuano come Età Moderna.
Ridurre la modernità ad un mero fattore cronologico, dunque, sarebbe riduttivo, in quanto moderno è un atteggiamento non temporizzabile, è una tensione che si trova in qualsiasi periodo storico e che coincide con la capacità di rispondere e fronteggiare un processo di cambiamento, una sfida, una crisi.


Modernità e crisi.

"La modernità trasforma la crisi in valore ed innesta un processo di cambiamento."

Partendo da questa affermazione fatta dal prof. Antonino Saggio durante la prolusione del corso, deduciamo la strettissima interconnessione tra modernità, crisi e cambiamento.
L'uomo che ha un atteggiamento moderno, di fronte ad un cambiamento risponde dapprima accettandolo, per poi formulare una risposta più alta e complessa che convoglia nella ricerca di una nuova estetica. Il processo non è lineare, non c'è alla base una sicurezza o una convinzione, il nuovo richiede una serie di salti logici che permettono di arrivare ad un'accettazione completa della novità, della modernità.

Possiamo fare molteplici esempi a favore di questa tesi; nel caso della fotografia, nell'800 essa ha rappresentato un'invenzione tecnologica molto importante, un nuovo strumento di rappresentazione e di raffigurazione che è entrato in contrasto con il mondo della raffigurazione pittorica, fino a quel momento unico modo di riprodurre elaborati quanto più prossimi alla realtà. La fotografia rappresenta una rottura con la pittura. Una crisi.
Un altro grande episodio di modernità è rappresentato dalla codificazione della prospettiva che, teorizzata da Filippo Brunelleschi (grazie alle sue conoscenze di ottica) durante il Rinascimento, ha dato un nuovo modo di rappresentazione ed una nuova chiave di lettura del mondo in generale.
In ultimo, possiamo fare l'esempio del mondo del cinema, quando nei primi anni del XX secolo venne introdotta la rivoluzione del sonoro. Questa nuova tecnologia, che soppiantò la produzione della filmografia muta, rappresentò anch'essa una forte crisi, che è ripercorsa in maniera molto acuta e sensibile all'interno del film "The Artist". Nel momento in cui George Valentin, celebre attore del cinema muto hollywoodiano, si trova a dover fare i conti con l'avvento del sonoro, afferma con molta convinzione "La gente vuole vedere me. Non ha mai avuto bisogno di sentirmi!".. entra in crisi!
Solo in un secondo momento subentrerà l'accettazione della nuova tecnologia, la presa di coscienza e l'adozione di un atteggiamento moderno, che consentirà il superamento di questa crisi.

Se quello è il futuro.. puoi tenertelo!

Questi esempi mi hanno fatto venire in mente un parallelismo con l'esistenzialismo. Del resto, l'esistenzialismo si può definire come filosofia della crisi nella cultura del Novecento, legata alla messa in discussione dei tradizionali punti di riferimento metafisici, morali, teologici. Esso risponde al disorientamento ed al turbamento generati come conseguenza logica dei due conflitti mondiali.
Jean-Paul Sartre introduce la concezione secondo la quale la prospettiva esistenzialista si basa sulla scelta, come libertà fondamentale dell'uomo, come nodo nevralgico ed imprescindibile per l'esistenza umana, che è portata a scegliere sempre. Persino il rifiuto di scegliere costituisce una scelta. Ciò comporta un impegno ed è di fronte alla molteplicità di scelte che l'uomo entra in crisi e, nel momento in cui sceglie, deve avere un atteggiamento moderno nell'accettare con consapevolezza i rischi e le responsabilità che ne conseguono.
Ma è ancora a Sartre che penso nel ricordare il rifiuto che George Valentin ha nei confronti della tecnologia del sonoro o che i pittori dell'800 hanno avuto nei confronti della fotografia. In entrambi i casi abbiamo un atteggiamento molto simile a quello di Antoine Roquentin, celebre protagonista de "La Nausea". Nel caso di Antoine, infatti, la Nausea coincide con un senso di inadeguatezza verso tutto ciò che lo circonda, una sorta di straniamento verso il mondo esterno.. è una vera e propria crisi!
"Niente pareva reale; mi sentivo circondato da uno scenario di cartone che poteva essere smontato da un momento all'altro. Il mondo aspettava, trattenendo il respiro, facendosi piccolo, aspettava la sua crisi, la sua Nausea"
La Nausea, nel testo di Sartre, ha anche in comune con la modernità il suo trascendere da un'esperienza temporizzabile: non è circoscritta ad un breve lasso cronologico, non è connessa ad una malattia passeggera, ma si ontologizza, è nausea in quanto tale e diventa condizione dell'uomo in quanto uomo.




Modernità è crisi!
La nascita di un nuovo paradigma.


Assodato che alla modernità corrisponde una forte crisi, qual è la crisi del mondo attuale?
Beh, ovviamente l'informatica! Essa rappresenta un grosso elemento di novità, sotto molteplici punti di vista (economici, sociali, progettuali) e ci dobbiamo muovere con una tensione di modernità, di accettazione e di comprensione nei confronti di questa crisi. Anche per comprendere l'informatica, come negli esempi riportati nel paragrafo precedente, bisogna operare un salto logico, in quanto a ciò corrisponde l'introduzione di un nuovo paradigma, di un nuovo codice di linguaggio. Il paradigma informatico fa un grosso salto rispetto a quello industriale e meccanico e si propone di affrontare in maniera diversa, di mettere in crisi le precedenti abitudini e di rielaborare con un nuovo codice la complessità della società che viviamo.
In un certo senso, la rivoluzione informatica è molto simile alla rivoluzione prospettica: ha dato nuove regole di percezione dello spazio e di visione del mondo circostante. Lo schermo del pc, il guardare attraverso i pixel, lo scambiarsi i dati attraverso le reti wireless, sono tutti paradigmi che hanno ribaltato i canonici modi di concepire e sentire lo spazio e le distanze. Le stanze sono diventate le room delle chat e guardare attraverso un'interfaccia, uno schermo, implica l'accettazione, il fidarsi di questo nuovo mezzo. Non si vede più puramente ed esclusivamente attraverso i nostri occhi.

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